ARCHITETTURA SOSTENIBILE
Pubblichiamo qui di seguito l’intervista rilasciata da Igor, tecnico ambientale e tutor degli architetti del corso di “Esperto in architettura sostenibile” che hanno lavorato alla costruzione dell’aia in terra cruda.
Cosa è la bioedilizia?
Igor: Da quello che ho potuto imparare durante il corso per “esperto in architettura sostenibile” in corso di svolgimento presso il centro di formazione professionale Dinamica e progettato in collaborazione con MAIA formazione, la bioedilizia è un insieme di tecniche costruttive che, dalla progettazione alla messa in opera, si pone come obiettivo quello di utilizzare accorgimenti e materiali utili a creare ambienti abitativi, e non solo, capaci di valorizzare il rapporto uomo-natura, a vantaggio sia dell’uno (in termini di salubrità) che dell’altra (in termini di sostenibilità).
Perché si ritorna a costruire con materiali legati alla terra?
Igor: Forse perché alcuni studiosi hanno lanciato l’allarme legato alla scarsità di risorse che il nostro pianeta è in grado di offrire, forse perché alcuni altri li trovano di gran lunga più idonei alle nostre esigenze abitative o forse perché hanno accompagnato lo sviluppo di molte civiltà comprese quelle su cui oggi si basa la nostra.
Come è nata l’idea della piattaforma costruita sui colli?
Igor: TerrAmore è l’alba di un’iniziativa più articolata che tende a far conoscere e apprezzare un rapporto più umano e meno prevaricante tra le persone e l’ambiente in cui vivono e di cui vivono.
Di cosa era fatta l’aia?
Igor: Molto semplice: si sono prese due parti di sabbia, una di letame, una di terra e acqua quanto basta per mescolarle insieme fino a creare una malta del tutto simile al cemento, sia per l’aspetto che per le caratteristiche tecnico-funzionali.
Chi ha partecipato all’iniziativa?
Igor: I ragazzi del corso, alcuni docenti, il coordinatore, simpatizzanti, curiosi e persino una bimba (peccato fosse sola, altrimenti si sarebbe divertita sicuramente di più!).
Quale è il valore di queste iniziative?
Igor: Non volendo essere troppo banale e ripetitivo trovo che la risposta che può emergere da questo interrogativo se la potrà formulare ognuno di noi a seconda delle esperienze vissute; certo è che confrontare le diverse risposte, potrebbe rafforzare l’importanza che ognuno da’ a queste nuove opportunità in grado di stimolare valori come rispetto e fiducia che, in risposta di quel che talvolta osservo girando per strada o persino all’interno della mia realtà condominiale, sembrano apparentemente demodé.