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Terra

di Andrea Facchi e Barbara Narici 

in Dizionario dell’abitare naturale a cura di Maurizio Corrado

Canterò la Terra, Madre universale dalle solide radici, antenata venerabile che nutre sul proprio suolo tutto ciò che esiste.

La Terra che partorisce tutti gli esseri, li nutre, ricevendone nuovamente il germe fecondo.

Eschilo, Coefore, in Le tragedie

E’ la prima materia e la prima divinità conosciuta: Potnia microasiatica, Rhea Kybele frigia, Gaia o Demeter greca, Venus genitrix romana…

E’ concepita come un organismo vivente in Europa fino al 17° secolo e in tempi più recenti J. Lovelock rilancia questa antica considerazione. L’ipotesi “Gaia” fornisce un’immagine della Terra come organismo vivente e “altruista”, teso ad autoregolarsi e a “conservare la calma” quando si producono squilibri e cambiamenti, al fine di conservare e far sviluppare la vita.

Abitare la terra

Eretto in mezzo ai vari lati del mondo, egli (l’uomo) ha rapporto con il firmamento (il suo volto sta al suo corpo come il volto del cielo sta all’etere; il polso batte nelle vene come gli astri circolano secondo i percorsi loro assegnati; le sette aperture costituiscono nel suo volto gli analoghi dei sette pianeti del cielo) ma tutti questi rapporti, l’uomo li fa ribaltare così che si ritrovano simili nell’analogia dell’animale umano con la terra da esso abitata: la sua carne è una zolla, le ossa sono rocce, le vene grandi fiumi; la sua vescica è il mare e le sue sette membra principali i sette metalli che si nascondono in fondo alle miniere. Il corpo dell’uomo è sempre la metà possibile di un atlante universale.
Michel Foucault, Le parole e le cose

Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba era spuntata –perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l’acqua dei canali per irrigare tutto il suolo- allora il Signore Dio plasmò l’uomo con la polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.
Bibbia, Genesi 2,4-7

Adam

Adamah in ebraico significa terra arata, plasmata e anche terra degli uomini e terra rossa.
Dio è vasaio: in molte tradizioni religiose il primo umano viene modellato con la terra e col soffio vitale, nell’antica Cina come nella tradizione giudeo-cristiana , nell’antico Egitto come a Babilonia. Presso i Dogon la Terra è rappresentata come una donna distesa, la testa a Nord, i piedi a Sud; la vagina è un formicaio, la clitoride un termitaio. Anche la pianta delle loro case e villaggi di terra svela questa matrice antropomorfa.

Costruire

Quasi il 40% della popolazione mondiale abita in case di terra. Per costruzioni in terra cruda si intendono quegli edifici realizzati utilizzando la terra stessa del suolo, estratta al di sotto dello strato arabile, inumidita, lavorata, messa in forma e lasciata essiccare al sole, senza cottura, sfruttando la capacità coesiva delle parti argillose contenute.  E’ la parte di argilla contenuta nella terra, infatti, che svolge la funzione di legante (come la calce o il cemento) permettendo di costruire solidi e durevoli edifici a più piani.
La costruzione in terra cruda è diffusa in gran parte del globo terrestre, in regioni climaticamente molto differenti tra loro, in zone costiere, nell’entroterra, in pianura e in aree montagnose o collinari. Si sono sviluppate diverse tecniche e tradizioni costruttive a seconda del tipo di terra disponibile, del clima, dei materiali (legno, pietra ecc.), della fauna e della flora locale (che forniscono additivi da aggiungere agli impasti). Le varie applicazioni spaziano dalle pareti portanti ai tamponamenti, dalle pavimentazioni ai solai, dalle cupole alle volte fino agli intonaci ed alle pitture.
Si utilizza la terra estratta al di sotto dello strato arabile, composta di ghiaia, sabbia grossa, sabbia fine, limo e argilla in diverse proporzioni, evitando lo strato più superficiale perché contiene sostanze organiche putrescibili ed ha scarsa resistenza meccanica. La qualità della materia utilizzata indirizza la tecnica da applicare: una terra piuttosto ghiaiosa e magra di argilla è adatta per la terra battuta, una leggermente grassa e sabbiosa è l’ideale per il mattone crudo, se grassa e limosa ben si presta ad impasti di terra e paglia.

Possono essere distinti tre diversi metodi costruttivi:

  • terra monolitica, i muri sono massicci e costituiscono un solo blocco con funzione portante;

  • muratura, portante o di tamponamento costituita da piccoli blocchi preformati e preessiccati;

  • terra su struttura, di tamponamento alle strutture portanti, assicura l’isolamento termico e acustico.

Si possono definire inoltre due modi di messa in opera: la posa umida, modellata direttamente durante la costruzione e la posa a secco, con mattoni o elementi costruttivi preformati e preessiccati. Queste tecniche si differenziano ulteriormente a secondo delle epoche e delle regioni in cui sono applicate.
La tendenza del mercato attuale dei paesi industriali privilegia la posa a secco, che:

  • non richiede lunghi tempi di essiccazione e di messa in opera

  • permette la costruzione anche in stagioni fredde

  • consente la centralizzazione della produzione in fabbriche di prodotti diversi a seconda degli usi (controsoffittature, pannelli divisori, muri portanti, ecc.)

  • facilita l’assemblaggio consentendo l’uso di mano d’opera non specializzata e incoraggiandone l’applicazione anche nei contesti urbani con scarsità di spazi.

La tendenza a separare il luogo di produzione da quello di messa in opera significa un aumento dei costi economici ed ecologici di trasporto, l’uso di macchinari complessi, grandi investimenti e la crescita del consumo energetico. In ogni caso comunque la produzione industriale di un mattone crudo utilizza ca. il 15% di energia rispetto a quella di un mattone cotto, garantisce un maggiore benessere abitativo, ed è riciclabile al 100% con bassissimi costi di trasporto e trasformazione. Fra artigianato con strumentazione minima ed industrializzazione spinta, è opportuno scegliere attentamente la tecnologia più adatta al contesto nel quale si progetta, valutando attentamente i costi economici, ecologici, sociali e culturali. Il pregiudiziale marchio di povertà sull’uso della semplice ed economica terra cruda ha portato gli abitanti (e i ) costruttori a nascondere il materiale ricoprendolo di strati di pittura o intonaci di calce o gesso. L’uso della terra in edifici di nuova costruzione non richiede più questi occultamenti: si può lasciare a vista ottimizzandone così le caratteristiche di salubrità e migliorando le prestazioni microclimatiche a beneficio degli abitanti, senza i problemi connessi all’uso di prodotti nocivi.
Negli anni ’80 alcune delle prime realizzazioni pilota di nuove architetture in Europa portarono alla costruzione di pareti portanti in terra battuta a vista all’esterno, rivestite in polistirolo in interno. La costruzione in terra è da sempre legata tradizionalmente a figure di esperti o capi cantiere che anche nei cantieri di autocostruzione si occupano di coordinare i lavori controllando le terre e i tipi di impasto, consigliando le soluzioni migliori a garanzia di un buon risultato.
Esiste soprattutto in Germania e in Francia una tradizione di manualistica specifica, rivista e approfondita negli ultimi anni in Francia dal centro CRATerre di Grenoble. In Germania tra le due guerre sono state create scuole specifiche per formare capimastri in grado di coordinare cantieri di autocostruzione o di manovali non esperti.

Per la terra è sempre importante l’esperienza pratica.

I nuovi prodotti industriali permettono talvolta di superare questo gap, offrendo materiali pronti che possono essere facilmente assemblati, corredandoli di schede tecniche e schemi costruttivi. In Germania l’associazione Dachverband Lehm sta riunendo questi dati e le ricerche di queste ditte, cercando di costruire una trattazione completa e imparziale che chiarisca le nuove possibilità oltre alle tecniche tradizionali. Perché le nuove architetture in terra tornino ad emozionarci come i palazzi dello Yemen, gli Ksar del Marocco o le Moschee del Mali saranno necessarie diverse sperimentazioni per la formazione di una nuova generazione di esperti costruttori e la sinergia di operatori diversi e conoscenze diverse, una contaminazione che come nella musica porterà allo sviluppo di queste nuove-arcaiche tecnologie nell’habitat contemporaneo.

Curare

Il santuario di Esculapio a Pergamo funzionava come luogo di cura. I malati attraversavano un complesso percorso di esperienze curative dalla medicina al teatro, dalle terme ad un percorso ipogeo, rito di morte e rinascita. Sono indiscutibili le proprietà depurative dell’argilla utilizzabile per bagni termali e maschere di bellezza, cataplasmi e cura delle ferite.

Mangiare

Presso alcune popolazioni africane si mangia la terra come simbolo di assimilazione e di identificazione. Le donne dell’Africa Occidentale si rigenerano dalle fatiche del parto mangiando la terra rossa dei termitai, infatti la terra rielaborata dalle formiche contiene alte percentuali di ferro. Durante il recente e terribile terremoto in India una madre e il suo neonato si sono salvati dopo moltissimi giorni sotto le macerie nutrendosi di terra.

Pianeta

Nelle varie tradizioni la Terra viene mossa da animali simbolici: l’elefante nel sud-est asiatico, la tartaruga in India, il pesce in Giappone, il serpente fra i popoli amerindi, lo scarabeo in Egitto. I terremoti, i maremoti, le eruzioni vulcaniche sono attribuite al movimento di questi animali geofori.

Scavare

Secondo McLuhan, optare per un recesso roccioso presuppone la capacità di trasformare un “involucro passivo” in un “processo attivo”. I cavernicoli alterano il contesto naturale utilizzandolo, sfruttandone le asperità e gli avvallamenti, incidendo e dipingendo la pietra. Progettano l’uso di interni vuoti e prevalentemente bui, un “dentro” arcano, privo di razionalità e di un “fuori”. Centoquaranta secoli separano queste cavità primordiali dalla “caverna ingigantita” del Pantheon. Il “progresso” implica la perdita di essenziali valori architettonici, dall’organico continuum tra calpestio, pareti e volte ai mutevoli effetti luministici sulle grezze rocce. Valori che l’uomo cercherà di recuperare, spinto dalla nostalgia di raccogliersi in un alveo materno, angoscioso e magico. In tal senso, è sintomatico che architetti e studiosi moderni, da E. A. Gutkind e G. Pagano a S. Moholy-Nagy e S. Giedion, abbiano puntato la loro attenzione sui meandri dell’habitat preistorico.
L’ ”informale” delle caverne, il loro carattere anti-geometrico si trasmette dalla cultura “barbarica” dell’insediamento protoitalico, da Pantalica a Barumini, prolungandosi fino ai nostri giorni nel grandioso complesso rupestre di Matera. Qui, i “Sassi” Caveoso e Barisano attraversano la storia ignorandone le tappe linguistiche, in un’inestricabile compenetrazione di spazi scavati o costruiti, di percorsi che li sovrastano ed affiancano, di articolate “unità di vicinato”. Descrive Carlo Levi: “Questi coni rovesciati, questi imbuti hanno la forma con cui, a scuola, immaginavamo l’inferno di Dante. Cominciai anch’io a scendere per una specie di mulattiera, di girone in girone, verso il fondo. La stradetta, strettissima, che scendeva serpeggiando, passava sui tetti delle case, se così si possono chiamare… Sono grotte scavate nella parete di argilla indurita del burrone, ognuna di esse ha sul davanti una facciata, alcune sono anche belle, con qualche modesto ornato settecentesco… Tra le facciate e il declivio passano le strade, e sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto… così vivono ventimila persone”.

Bruno Zevi, Paesaggi e città

Sporcarsi

L’a-tossicità della terra vergine ed anzi la sua capacità depurativa fanno pensare a quanto sia dissennato il pregiudizio che ci si possa sporcare. Al limite ci si macchia! Se poi si pensa al vero ma invisibile sporco chimico lasciato da molti detergenti in commercio…

Riposare

L’inumazione è documentata fin dal paleolitico. Da sempre l’umano ha considerato la proprietà rigenerante della Terra, il ventre accogliente della Madre come possibilità di rinascita. Si pensi alle sepolture in posizione fetale e a quelle orientate sull’asse Est-Ovest, il sole che nasce, il sole che muore: il tempo ciclico.

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Bibliografia di riferimento

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